Alan Ford #05: Date! Date! Date! [Cosa spinge dei ricchi taccagni a disfarsi dei propri averi? E quale losco traffico nasconde la clinica del dottor Alsar? Questo è un caso per Alan Ford!]
Alan Ford #06: Alex Barry non c’è più [Lo scienziato Alex Barry è stato rapito e bisogna ritrovarlo! Neve e guai attendono il Gruppo TNT in uno sperduto paesino di montagna.]
L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE Di Moreno Burattini
Negli “Appunti di Viaggio” apparsi in appendice nei due precedenti volumi, abbiamo sottolineato come Alan Ford sia nato assecondando un’insopprimibile vocazione satirica di Max Bunker. Una passione che si era manifestata in modo evidente fin dai primi anni Sessanta, anche nella sua precedente produzione “nera”, come dimostrano molte storie di Kriminal, Satanik, Gesebel e Dennis Cobb in cui il grottesco va perfettamente a braccetto con l’horror e il noir. Nel 1969, giungendo finalmente con i personaggi del Gruppo TNT al fumetto dichiaratamente umoristico, lo sceneggiatore milanese imposta la sua nuova serie come una dissacrante parodia di James Bond, l’Agente 007 creato da Ian Fleming. Perfettamente coadiuvato dal talento grafico di Magnus, Bunker rivolta il modello come un calzino. Se gli uomini dei Servizi Segreti sono per convenzione tutti super eleganti, super addestrati, super organizzati, super attrezzati e si muovono su automobili di lusso da un albergo a cinque stelle all’altro, ecco irrompere sulla scena gli scalcagnati agenti del Gruppo TNT, che ne rappresentano l’esatto contrario. Prima che lottare contro il crimine, i nostri baldi eroi devono lottare contro la fame: squattrinati cronici, costretti a vivere in una topaia, sopravvivono solo grazie a espedienti. Assolutamente intonato con queste caratteristiche è lo sfondo su cui si muovono vicende e personaggi: dovunque catapecchie traballanti, bidoni d’immondizia, strade dissestate, umanità la cui bruttezza spirituale si rispecchia nella bruttezza fisica. Se la parodia di un genere (la spy story, appunto) fu dunque il motivo ispiratore della serie Alan Ford, questa rappresentazione del mondo tipica delle lenti deformanti dello humour bunkeriano palesa le allucinanti ingiustizie di una società illusa di essere giusta, e gioca sui paradossi e sulle meschinità della condizione esistenziale dell'homo metropolitanus. […]
MAX BUNKER è uno dei più prolifici autori di fumetti italiani. Il suo primo personaggio, che è anche il suo primo successo, risale al 1962 ed è Maschera Nera, protagonista dalla doppia identità di un western che apportava una novità per i tempi: laureatosi in Inghilterra, ma figlio di uno sceriffo, l’avvocato Ringo Rowandt portava la procedura legale nel turbolento Far West. Lo disegnava un bravo Paolo Piffarerio. Sempre con Piffarerio alle matite, Max Bunker creò nello stesso anno Atomik, di sapore fantascientifico, mentre più avanti, nel 1968, si avranno El Gringo, un western realistico, e Milord, il ladro gentiluomo. Nel 1964 crea Kriminal, seguito pochi mesi dopo da Satanik, apportando la prima vera rivoluzione del fumetto italiano. Contenuti crudi e realistici con l’abbattimento del tabù del sesso, sino ad allora intoccabile. Al disegno Roberto Raviola, in arte Magnus, che collaborerà con Max Bunker per dieci anni sfornando una serie di personaggi di successo quali Dennis Cobb Agente 018, il fantasexy Gesebel, il grottesco Maxmagnus e il grande Alan Ford, che portò a termine la rivoluzione nel fumetto italiano. Ha scritto Oreste del Buono: “…Alan Ford è una delle più riuscite, anzi una delle più folgoranti creazioni del fumetto italiano… ed è stato proprio lui, Max Bunker, il maggior artefice della riscossa del fumetto italiano”. Così ha scritto l’editore Luigi Bernardi: “Alan Ford è la seconda faccia del genio bifronte di Max Bunker, quella ironica, grottesca, ludica, sogghignante”. Nel novembre 1967, l’alter ego di Max Bunker, ovvero Luciano Secchi, fonda la rivista Eureka che ebbe subito un grande successo, portando a conoscenza del grande pubblico personaggi di livello mondiale quali Andy Capp di Reg Smythe, Spirit di Will Eisner, Sturmtruppen di Bonvi e Lupo Alberto di Silver, e scrivendo le storie disegnate poi da Magnus di Maxmagnus (nome ottenuto mettendo insieme Max Bunker e Magnus), ossia le avventure di un re despota e del suo infido amministratore fiduciario. Fu Eureka che stampò per la prima volta in Italia un fumetto giapponese, un manga in piena regola, Golgo 13, un agente segreto duro e spietato.
Autori Max Bunker, Magnus / Pagine 256 / Formato 14x21 cm, Cartonato, B&N / Cura editoriale Magic Press / Grafica della copertina Marco Pennisi / Grafica interna MP Studio / Euro 7,90
Luca Ippoliti
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