giovedì 4 agosto 2011

interviste

Riceviamo e pubblichiamo:

INTERVISTA AL DIRETTORE DELLA SCUOLA INTERNAZIONALE DI COMICS DI PADOVA


Per i maturandi del 2011 è tempo di riflessioni e di scelte sul percorso da intraprendere dopo il diploma e la Scuola Internazionale di Comics offre una vasta gamma di corsi per chi vuole formarsi per lavorare nel campo delle arti visive.

Per spiegare i motivi che possono indurre un giovane a scegliere di frequentare uno dei corsi abbiamo pensato di fare qualche domanda a chi dirige l’accademia delle arti visive più prestigiosa del paese.

La Scuola Internazionale di Comics: come nasce l’idea di crearla e perchè internazionale?

A questa solo Dino può rispondere...

Perchè consiglierebbe a un ragazzo di frequentarla?


Il motivo è semplice ma non ovvio: Perchè permette a tutti con il giusto atteggiamento, di intraprendere un percorso professionale e aggiungerei interiore, che va al sodo senza perdersi in orpelli ridicoli. La nostra è un'attività legata all'artigianato, con o senza tecnologia , e in quanto tale necessita di disciplina e metodo che puoi imparare solo al fianco di chi questo mestiere lo affronta già da anni.

Quali sono secondo lei i requisiti che un allievo deve avere per frequentare la Scuola Internazionale di Comics?


La volontà e l' amore per la materia scelta sono ingredienti senza cui nulla è possibile!!!

Il metodo e la tecnica si apprendono, la passione no...Anche se si può opportunamente alimentare!


Qual è il corso che va per la maggiore?

Il corso col maggior numero di inscritti alla sede di Padova è quello di fumetto, anche se devo dire con grande soddisfazione che sono attivi sia al mattino che al pomeriggio che alla sera anche i corsi illustrazione e grafica pubblicitaria. Crescono nel frattempo con più calma anche cinema d'animazione, web design, e sceneggiatura per fumetto.


Quale corso dà maggiori possibilità di lavorare?

In realtà ogni corso ha le sue peculiarità legate al mercato.

Credo che la cosa più interessante degli ultimi anni, e parlo anche per esperienza personale, sia il fatto di potere vivere nella propria città e di poter lavorare a distanza anche in altri paesi. Questo ha ovviamente amplificato enormemente la possibilità di poter lavorare.

Ovvio che un briciolo di inglese a questo punto non è più un optional.



INTERVISTA A UN ALLIEVO DELLA SCUOLA INTERNAZIONALE DI COMICS

Il fatto che la Scuola Internazionale di Comics sia laccademia di arti visive più prestigiosa dItalia è noto a tutti, in molti sanno delle sue otto sedi sparse per lItalia e dei 2,500 studenti, ma ancora non è noto a tutti cosa pensa chi frequenta la scuola, ecco perché abbiamo pensato di chiedere proprio a loro, gli allievi.

Quando hai iniziato a frequentare la Scuola Internazionale di Comics e quale corso hai frequentato/frequenti?

Mi chiamo Piero Gracis e il mio percorso di formazione è cominciato nell'ottobre del 2008, in concomitanza con l'apertura della sede di Padova, e si è felicemente concluso a giugno di quest'anno. In nome di una passione ultradecennale (e della coerenza), ho scelto il corso di Fumetto.

Cosa ti aspettavi dal corso quando sei entrato?

Avendo conseguito una Maturità artistica, contavo di orientare quanto avevo già appreso in una direzione più specifica (il racconto sequenziale, appunto) e che quella direzione mi portasse, un giorno, a trasformare la mia genuina inclinazione per il disegno in un mestiere. Parlando un po' meno di profitti e di maturazione professionale, si trattava soprattutto di diventare un autore completo: per me scrivere è importante quasi quanto disegnare, da cui ne deriva la necessità di trasformare i miei racconti, le idee sparse e gli abbozzi di sceneggiature in tavole a fumetti.

E quando hai finito il primo anno?

Ho capito che avevo ancora molta strada da fare. Imparare a disegnare è solo il primo passo, poi viene il difficile: imparare a raccontare. Sono rimasto affascinato dall'immenso oceano di possibilità che offre la narrazione su cartae dalla quantità di ricerca e approfondimento che richiede. Certo, l'amore per il proprio medium gioca un ruolo fondamentale (tanto più credi in ciò che fai, quanto meglio lavorerai), ma si tratta di un prerequisito base: è stata la scoperta di un universo fino a quel momento solo intravisto, con tutte le sue sfaccettature (e difficoltà) a rimpinguare il mio entusiasmo fino alla fine. Per non parlare delle gratificazioni che scaturiscono da un lavoro ben fattomagari commissionato da qualcunoe del costante supporto di Insegnanti che, è davvero il caso di dirlo, sono Insegnanti con la "I" maiuscola.

Cosa speri di fare quando finirai la scuola?

Sono aperto a varie possibilità, basta che ci sia da disegnare! In concreto: vignettista, storyboarder, illustratore o autore di manifesti (ho già avuto delle esperienze con la prima e la quarta opzione), ma quello che desidero di più è pubblicare una serie scritta e disegnata da me. Ebbene si: per fare arte di consumo bisogna essere sfrontati e idealisti.

Ti hanno già contattato per proporti un lavoro?

Si, come autore di strisce per un periodico universitario.

Sei soddisfatto della tua scelta?

Molto. Ho sempre voluto disegnare fumetti e credo che al giorno d'oggi qualunque attività comporti rischi e difficoltà.

Se volete dare un'occhiata alle mie creazioni, fate un salto su http://pierogracis.blogspot.com/. Troverete storie, vignette e altre amenità.

Grazie e in bocca a lupo per il tuo futuro!

Crepi!


INTERVISTA A FRANCESCO MATTEUZZI DOCENTE DI SCENEGGIATURA

In cosa consiste il corso di sceneggiatura?

Il corso insegna a rapportarsi al linguaggio del fumetto e al mondo del lavoro. Si inizia imparando come strutturare una storia, per passare poi a scriverla secondo i parametri della sceneggiatura per fumetti. Dopodiché si unocchiata alla situazione del mercato e si cerca di capire, a seconda delleditore cui ci vogliamo rivolgere, quale tipo di storia possiamo proporre. Me ne rendo conto: detta così sembra la cosa più semplice del mondo, invece è un percorso che richiede lavoro e dedizione continui.

Come riconosci se un allievo ha il talento e le capacità adatte ad intraprendere questo tipo di carriera?

Facendo questo lavoro mi sono reso conto che talento e capacità contano, ma solo fino a un certo punto. Spesso sono più importanti la testardaggine e la voglia di fare, di mettersi in discussione e, soprattutto, di crescere. Mi è capitato più volte di vedere studenti non predisposti per la scrittura raggiungere ottimi risultati grazie solo alla determinazione e al desiderio di migliorarsi.

Quali consigli daresti a un ragazzo che vuole iscriversi a questo corso?

Sicuramente di leggere tanto e di tutto. Di nutrirsi di storie, non solo a fumetti: romanzi, racconti, giornali, film, serie televisive. E di cercare di conoscere più cose possibili, sia in ambito narrativo che non. Di essere curiosi, insomma. Ma forse è un consiglio superfluo, visto che in genere chi si iscrive a questo corso è già curioso di suo.