Alice
e Lucrezia a quel paese: un viaggio tra i problemi di tutti i giorni
e i dilemmi esistenziali delle due super ironiche creazioni di Silvia
Ziche
Una
ha 20 anni e tutto l'ardore rivoluzionario modello “peace and love”
condito da un ingenuo romanticismo serpeggiante, l'altra a 40 anni
suonati, casalinga disperata, lavoratrice frustrata, innamorata
ossessiva, alienata televisiva, disastro umano, single inzitellita –
come la sua creatrice ama definirla - si dibatte tra forzato cinismo
e vana ricerca del principe azzurro. Sono Alice e Lucrezia, le due
strepitose creazioni della grande autrice del fumetto made in Italy
che è Silvia Ziche. Ritroviamo questi due esemplari di donna riunite
in un'opera semplicemente spumeggiante: “Alice
e Lucrezia a quel paese”, fumetto che verrà presentato sabato 26
ottobre presso la fumetteria Antani Comics di Terni. A parlarne sarà
la stessa autrice che incontrerà i suoi fan a partire dalle ore
16:00.
Silvia Ziche, originaria di
Thiene, classe 1967, sin dall'infanzia ha coltivato la passione per
il fumetto, in particolare quello di casa Disney. Tra i suoi maestri
si annoverano il compianto Giovan Battista Carpi, presso il quale ha
collaborato per circa un anno, Giorgio Cavazzano e Romano Scarpa,
seguiti sin da quando le storie non erano ancora accreditate.
Da appassionata di storie Diney
ne è diventata autrice: collabora infatti attivamente a Topolino.
Oltre al lavoro, quasi esclusivo, per Disney Italia, la Ziche ha
collaborato anche con varie altre riviste, come Linus, Comix e Cuore,
realizzando vignette satiriche in collaborazione con Maurizio
Minoggio.
Sua
creazione parallela ai lavori Disney è appunto Alice che,
resuscitata
dal freezer in cui era stata surgelata nel 1995, torna «a quel
paese» con gli stessi 20 anni ed entusiasmo di prima, credendo anzi
che la situazione politica, economica, sociale e culturale sia
sensibilmente migliorata. Con un'ingenuità al limite dell'irritante
la vediamo dire in una delle tavole: «Ricordo bene Tangentopoli e
l'inchiesta "Mani pulite. Dopo quegli eventi, la politica deve
essere per forza diventata un'arte nobile, limpida, disinteressata,
al servizio dei cittadini!».
Una sognatrice, non c' che dire,
ma a compensare questa dose di ottimismo ci sarà la disillusa
Lucrezia, le cui avventure compaiono regolarmente nelle esilaranti
strisce nella rivista Donna Moderna, personaggio che si pone delle
domande realmente esistenziali tipo come superare la prova costume o
a che età si debba iniziare a mettere la crema antirughe.
Eppure,
nemmeno la cinica e mondana Lucrezia, rimarrà immune dalle favole:
la vedremo contrarre il virus della Bella Addormentata 2.0 ed
innamorarsi di un suo bieco committente, aspirante capopopolo,
truffaldino e spietato. Alice, intanto, sarà alle prese con
l'organizzazione di una rivoluzione nell'intento cambiare il mondo e,
per farlo, inizierà a telefonare a tutti gli abitanti del pianeta,
chiamandoli a raccolta uno a uno. Rimarrà però invischiata nelle
pieghe della tecnologia perdendosi in internet.
L'ultima
fatica di Silvia Ziche si prospetta quindi come un concentrato di
ironia, scontri generazionali ed ideologici che la sua penna,
squisitamente politica ma così raffinata riesce a sbriciolare in una
sara riasata rigenerante.
E
riguardo a questa capacità di far ridere Silvia Ziche così
risponde: “Quando
mi metto a pensare a una vignetta o a una tavola, capisco che l'idea
è buona perché, appena arriva, fa sorridere anche me. In quanto a
far riflettere, dipende dal fatto che la vignetta è essa stessa
frutto di una mia riflessione, di dubbi e incertezze che non riesco a
risolvere, o a tenere a bada. Condivido i miei dubbi. Così, chi
legge, può arrivare alla sua personale conclusione sull'argomento.”
Interessante
a questo proposito la conclusione su come giri il mondo a cui è
arrivata Lucrezia: dietro
ogni grande uomo c'è sempre una grande donna. E dietro ogni grande
donna c'è sempre, inevitabilmente, un uomo che si lamenta.