Negli anni Duemila il Fumetto ha raggiunto la dignità di letteratura disegnata e arte sequenziale, ed è universalmente indicato come Nona Arte,. Eppure una delle sue espressioni più raffinate e popolari, la più antica e originale, rischia di scomparire e diventare leggenda. E' il fumetto umoristico, quello che dalle origini del XIX secolo al 1929 ha generato i codici espressivi del nuovo mezzo di comunicazione di massa, prima del fumetto realistico e avventuroso. Ha raggiunto i massimi livelli e la maggiore diffusione mondiale tra il 1950 e il 1990, e l'Italia ha generato in quel periodo autori di grande popolarità e personaggi entrati nel patrimonio dell'immaginario collettivo.
Tra quegli autori, due in particolare hanno condotto una vita parallela. Il primo nato a Roma e il secondo a Udine, si sono formati a Milano all'officina creativa dell'Accademia di Brera e hanno mantenuto sempre un bellissimo rapporto di amicizia, distinguendosi per generosità e onestà, partecipando ai progetti più innovativi con spirito d'avventura. Hanno collaborato con le edizioni Alpe, con Bianconi, con il Corriere dei piccoli... Tiberio Colantuoni (1935-2007) ha disegnato Cucciolo e lo Sceriffo Fox, il gatto Felix, Braccio di Ferro e Pinocchio, Nonna Abelarda e Volpetto, ha creato Sfortunino, Big Tom, l'Ombra e, per cinquant'anni, il simpatico scimmione Bongo. Umberto Manfrin (1927-2005) ha legato la sua firma soprattutto a Tiramolla, ha creato Ullaò, Astarotte e Gabriellino, disegnando anche Braccobaldo, gli Antenati, il gatto Isidoro, Rob e Starry.
Le loro storie hanno affascinato generazioni di lettori. Insieme hanno sostenuto, dal suo nascere, l'ambizioso progetto del Museo del fumetto di Milano, che sarebbe diventato realtà soltanto nel 2011 e che oggi, con la loro Accademia, li ricorda con grande affetto e una mostra di una prima selezione delle loro creazioni, grazie all'aiuto delle loro famiglie.