giovedì 28 luglio 2011

interviste per l'estate

Riceviamo e pubblichiamo:


INTERVISTA A MARCELLO CARESTA

3D MAYA

Cosa vuol dire 3D maya?

Maya si riferisce al nome del software che viene insegnato (autodesk maya) mentre 3D indica che stiamo parlando di grafica generata in 3 dimensioni mediante l'utilizzo del computer (computer grafica). Per 3 dimensioni si intende che invece di operare con oggetti su un foglio bidimensionale, i cui punti hanno solo due coordinate, X e Y (grafica 2D) operiamo con oggetti presenti nello spazio tridimensionale, come fossero reali, allora i punti avranno, oltre alle coordinate X e Y, anche quella Z (profondità).

Come sinsegna questa tecnica?

L'errore che spesso si fa è quello di pensare che basta imparare i comandi di autodesk maya per essere dei bravi grafici 3D. In realtà non è così, in quanto le materie teoriche coinvolte, possono essere davvero tante e diverse tra loro, in base al settore in cui si opera.

Quindi materie come l'anatomia possono essere utili per modellare umani ed esseri animali, per altri tipi di oggetti occorre avere nozioni di design o architettura, la pittura e il disegno possono aiutare nelle fasi di texturing e character design, illuminotecnica, regia, sceneggiatura, musica e molto altro.

Come dicevamo prima, ogni settore richiede delle abilità specifiche.

Essendo il corso generico, ovviamente si dovrà porre l'attenzione su molti di questi concetti.

Anche se poi, la caratteristica principale su cui si dovrebbe concentrare maggiormente l'attenzione è la capacità diosservareper poter poi riprodurre.

Quali conoscenze specifiche servono per frequentare il corso?

A questa domanda ho già parzialmente risposto in quella precedente. Comunque non c'è un'abilità che sia meglio di un'altra in generale, perché come abbiamo già detto, moltissime sono le cose che ci potranno essere utili in un workflow di computer grafica. In linea generale io sono soddisfatto quando uno studente riesce ad avere la sufficienza in generale e riesce ad eccellere nei campi in cui è più bravo.

Ad esempio da un bravo disegnatore mi posso aspettare che diventi un bravo modellatore, o texture artist. Da un bravo sceneggiatore mi aspetto che sia abile nella regia e nello staging (scelta delle inquadrature) e nel lighting, da un matematico posso aspettarmi buone cose nel rigging (preparazione di oggetti e personaggi per l'animazione), nei VFX (effetti visivi, sistemi particellari e dinamici, che spesso fanno uso di espressioni matematiche), ma anche nello shading e texturing procedurale (le texture non sono disegnate ma calcolate da algoritmi), e da un attore di teatro, che sia un bravo animatore ad esempio.

Rispondendo in questo modo, potrebbe sembrare un corso riservato a pochi, in realtà il corso parte dalle basi, quindi non è fondamentale nessuna abilità pregressa in particolare. Io mi riferisco più che altro al tipo di approccio mentale che ognuno di noi ha, che può essere più razionale, intuitivo, creativo, ecc. e comunque ognuno di noi ha delle capacità, che spesso non si rende conto di possedere, il mio ruolo come insegnante è di colmare alcune lacune, ma soprattutto valorizzare le caratteristiche migliori di ogni allievo (che, nella quasi totalità dei casi, coincidono con ciò che più gli piace).

In conclusione, se si vuole utilizzare maya in modo individuale sarebbe bene mantenere un approccio sia tecnico che artistico, quindi da un lato matematica, fisica, ecc dall'altro arte, design, ecc


INTERVISTA AL DIRETTORE GENERALE DELLA SCUOLA INTERNAZIONALE DI COMICS DINO CATERINI

Per i maturandi del 2011 è tempo di riflessioni e di scelte sul percorso da intraprendere dopo il diploma e la Scuola Internazionale di Comics offre una vasta gamma di corsi per chi vuole formarsi per lavorare nel campo delle arti visive.

Per spiegare i motivi che possono indurre un giovane a scegliere di frequentare uno dei corsi abbiamo pensato di fare qualche domanda a chi dirige l’accademia delle arti visive più prestigiosa del paese.

La Scuola Internazionale di Comics: come nasce l’idea di crearla e perchè internazionale?

Nel 1978 ero un disegnatore e avevo uno studio disegnatore, il lavoro era troppo e mi serviva qualcuno per alleggerire il carico, fu così che presi del personale, ma era più il tempo che impiegavo a spiegare cosa fare che quello che serviva per lavorare. Questa esperienza mi spinse a fondare una scuola nel 1979 che chiamai “Scuola Italiana del fumetto”, che visto il successo diventò in pochi anni una s.r.l. e prese il titolo di “Scuola Internazionale di Comics”. L’aggettivo internazionale servì per dare un respiro più ampio alla scuola; già allora molti studenti venivano dall’estero per studiare da noi e oggi sono sempre di più.

Perchè consiglierebbe a un ragazzo di frequentarla?

Perchè io che ho imparato a disegnare andando “a bottega” dai grandi come Jacovitti, Buzzelli, Cossio ecc. non sarei mai diventato quello che sono senza di loro, automaticamente ho pensato che grazie alla professionalità e alla preparazione di una struttura come la Scuola Internazionale di Comics” si accorcia di almeno cinque anni il percorso per diventare un professionista.

Quali sono secondo lei i requisiti che un allievo deve avere per frequentare la Scuola Internazionale di Comics?

Tanta passione, ma anche tanto impegno e soprattutto serietà.

Qual’è il corso che va per la maggiore?

I corsi vanno bene tutti, ma forse quello più gettonato di tutti è fumetto perchè è già nel nome della scuola.

Quale corso dà maggiori possibilità di lavorare?

Tutti i corsi danno sbocchi professionali in quanto sono proprio corsi professionali, e non dimentichiamo che agli esami di fine anno gli allievi vengono giudicati da commissari esterni che fanno da filo diretto con il mondo del lavoro. Quest’anno, inoltre, è stato introdotto il master di fumetto per gli allievi che si diplomano al terzo anno con una votazione minima di 28/30. Durante il master i ragazzi studiano la produzione di un fumetto su sceneggiatura originale che una volta eseguita viene pubblicata su iCOMICS e i ragazzi vengono retribuiti; insomma un vero e proprio primo passo nel mondo del lavoro.


Grazie e buon lavoro



INTERVISTA A BRUNO LETIZIA!


Quando è nata la tua passione per il disegno e cosa ti ha spinto a voler diventare un fumettista?

Più che passione per il disegno, direi proprio passione per il fumetto, per il suo racconto. In tenera età, ho imparato a leggere con Tintin e Lucky Luke. I fumetti mi accompagnano da sempre. Tardivamente, intorno ai 23 anni, ho deciso d’imparare a disegnare per poter diventare un professionista.

Parlaci della tua esperienza in qualità d’insegnante: cosa significa per te insegnare la tua arte ai tuoi allievi?

Per tre anni ho lavorato come assistente qui alla Scuola Comics, poi dall’anno scorso sono passato di ruolo e insegno anatomia e prospettiva ai primi anni. Sono quindi un po’ una figura introduttiva per i ragazzi e provo a lavorare molto sul loro approccio al lavoro, oltre che sul disegno. Il rapporto con i ragazzi crea un confronto produttivo anche per me, e mi permette di crescere sempre di più.

Quali caratteristiche ci vogliono secondo te per diventare un bravo disegnatore?

Secondo me, è un miscuglio di testa e talento. Ogni disegnatore poi è una storia a sé, come per ogni lavoro creativo, ci sono diverse strade che portano alla meta!



INTERVISTA A GIAMPIERO WALLNOFER

La Scuola Internazionale di Comics è unaccademia di arti visive che opera nel settore da oltre trentanni, un trampolino di lancio per molti fumettisti italiani che ormai da anni pubblicano sia in Italia che allestero.

Per dare unidea di come si diventa grandi autori abbiamo pensato di chiedere direttamente a chi ha già fatto questa esperienza e oggi oltre a insegnare alla Scuola Internazionale di Comics è un fumettista affermato.

FUMETTO

Quando è nata la tua passione per il disegno e cosa ti ha spinto a voler diventare un fumettista?

Abbastanza presto la passione per il disegno in generale poi, scoperti i fumetti ed in particolare quelli di Flash, quanto lo amavo! pubblicati su Nembo Kid, lattuale Superman, ho iniziato a disegnare con un occhio ai comics.

Parlaci della tua esperienza in qualità dinsegnante: cosa significa per te insegnare la tua arte ai tuoi allievi?

Condividere una passione è la cosa più bella che ci possa essere e diventare un tramite tra loro e quello che ami è unesperienza davvero appagante. Quindi credo che prima di tutto ci debba essere la passione per quello che fai, per quello che disegni e oltretutto essere perennemente in uno stato diesplorazione”...mai sentirsi giunti a destinazione!

Quali caratteristiche ci vogliono secondo te per diventare un bravo disegnatore?

La passione è il motore principale, la curiosità deve essere sempre presente, e poi una buona dose, diciamolo, di sacrificio...il nostro lavoro è bello ma allo stesso tempo ti obbliga a saper rinunciare a ferie o uscite con gli amici.

Il talento? Beh, ognuno di noi lo ha ma poi deve essere alimentato giorno dopo giorno.