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ALAN FORD STORY n.4!
CONTIENE:
Alan Ford #07: Una gita a San Guerreta
Il luogo: lo stato sudamericano di San Guerreta. La missione: verificare come il regime spende i soldi degli aiuti internazionali... ma cosa nasconde il suo leader, “El Divino”? Immergetevi in una spassosa parodia della politica statunitense degli anni Sessanta, vista dalla premiata ditta Magnus&Bunker.
Alan Ford #08: L’albero di Natale
Le feste sono ormai alle porte... quale migliore occasione per godere di una classica storia natalizia... rivisitata dallo stile irriverente di Max Bunker? Nessun albero e pochi regali per Alan Ford e il Gruppo TNT!
DAGLI APPUNTI DI VIAGGIO di MORENO BURATTINI:
Riso amaro... Con “L’albero di Natale”, diventa evidente come lo humour di Alan Ford abbia, spesso e volentieri, risvolti drammatici e talora patetici, nel senso etimologico del termine. È del resto una costante della produzione bunkeriana: basterà pensare alle lacrime amare che solcano i volti di Kriminal e di Satanik, al travaglio di Daniel, allo sdoppiamento di personalità di Cliff, al dramma personale di Kerry Kross. L'elemento patetico non caratterizza solo la figura di Alan, ma anche quella dei comprimari, dei personaggi di contorno, degli stessi nemici. Nel mondo di Alan Ford, e in quello più ampio di Max Bunker, la pietà evangelica per gli ultimi è tragicamente sconosciuta. Nel caso di Alan, però, grazie all’effetto straniante dell’umorismo, questo apparente cinismo muove al riso anziché al pianto, perché ciò che vediamo è la rappresentazione della realtà deformata in un gioco di specchi che ne evidenzia gli aspetti grotteschi. La caricatura funziona perché accentua fino al paradosso quello che in misura minore è comunque vero. Parafrasando Trilussa, ridiamo dell’umanità brutta e cattiva come ridiamo delle scimmie che ci somigliano così tanto. [...]
[…] Mi ricordo che... Sulla ristampa TNT Gold di quest’albo, Max Bunker scrive: “Sull’onda del maggio francese del ’68, anche in Italia nasceva una forma di contestazione progressiva e continua con la demitizzazione di personaggi ma anche di ricorrenze. Questa storia di Natale era nata da una mia considerazione fatta vedendo negozi strapieni di ogni ben di Dio, ricordando proprio a Magnus (che aveva la mia stessa età) i nostri Natali di guerra, dove i regali erano rappresentati da alcuni fogli di soldatini di carta più uno striminzito alberello alto un paio di spanne con attaccati dei mandarini e dei torroncini. Era tutto quello che allora passava il convento”. Riproponendo il racconto in appendice all’albo Alan Ford n.450, Bunker ricorda ancora: “C’è un piccolo aneddoto, conosciuto da pochissimi, che mi lega a questa storia. Al tempo, Alan veleggiava maluccio e non avevamo ancora un’idea precisa di che tipo di pubblico ci seguisse. Come solito iter, Magnus si lesse la sceneggiatura da solo e la commentò con me il giorno dopo. Gli piacque molto l’idea della piccola dissacrazione di miti natalizi, ma la riteneva inadatta ai ragazzi, i ‘cinni’, come li chiamava lui in bolognese. ‘I poveri cinni, che penseranno mai?’, disse preoccupato. Pensavamo ancora che fossero dei giovanissimi a leggerci, invece non era così, come scoprimmo poi. Magnus mi consigliò di modificare la storia, cosa che non feci e lasciai inalterata. Lui se la prese un po’ a male. Per un paio di giorni i nostri rapporti si limitarono al ‘buongiorno’ e alla ‘buonasera’, poi tutto tornò normale. Per la cronaca, quella fu anche l’unica volta che Magnus disquisì sul contenuto di una sceneggiatura”. [...]
MAX BUNKER: 2a parte
A Luciano Secchi si deve la pubblicazione in Italia dei supereroi Marvel, quali l’Uomo Ragno, Devil, i Fantastici Quattro, Thor, Hulk, Capitan America, i Vendicatori e tanti altri che dal 1970 in poi ebbero un grosso successo tra i lettori più giovani, facendo diventare la Corno una delle prime case editrici del settore. Nel 1981 Max Bunker scrive una sua versione del Pinocchio di Collodi trasformando il burattino di legno in un robottino. Dieci puntate da dieci pagine l’una pubblicate su Eureka col titolo “Pinocchio super robot”. Al disegno il giovane bolognese Giampaolo Chies, prematuramente scomparso. Col suo nome anagrafico ha scritto anche sedici romanzi gialli con protagonista Riccardo Finzi, e dai quali è stato tratto anche un film diretto da Bruno Corrucci e interpretato da Renato Pozzetto, “Agenzia Riccardo Finzi, praticamente detective”. Nel 1983 Max Bunker-Luciano Secchi lascia la Corno e fonda una sua piccola casa editrice, la Max Bunker Press (MBP), portando con sé tutti i suoi personaggi e continuando a crearne di nuovi come Angel Dark (1990), Kerry Kross (1994), Beverly Kerr (2000), Padre Kimberly (2001) e la recentissima Pepper Russel (2008), in predicato di diventare una serie tv negli USA.
Autori Max Bunker, Magnus / Pagine 256 / Formato 14x21 cm, Cartonato, B&N / Cura editoriale Magic Press / Grafica della copertina Marco Pennisi / Grafica interna MP Studio / Euro 7,90
Luca Ippoliti
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